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Santa Severina - La nave di pietra
Sito storico-culturale
di Santa Severina
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Avvenne
un
mattino
di
Maggio
di
molti
anni
fa.
I
primi
chiarori
dell'alba
mostrarono
uno
scenario
insolito
ed
affascinante.
Enormi
banchi
di
nebbia
avevano
invaso
l'interna
valle
del
Neto
coprendo
ogni
cosa
fino
ad
una
certa
altezza
e
tutto
quel
che
affiorava
sembrava
immerso
in
quel
mare
lattigginoso
che,
coprendo
la
base
rocciosa
del
suo
nucleo,
faceva
apparire
Santa
Severina
come
una grande nave di pietra.
Storia
Le
sue
origini
sono
documentate
da
Ecateo
di
Mileto,
storico
e
geografo
del
V
sec.
a.C.
che
la
comprende
nell'elenco
delle
città
dell'Enotria
col
nome
di
Siberene,
mantenuto
fino
al
IX
secolo
quando
la
Novella
dell'Imperatore
Leone,
elencando
le
sedi
vesco-
vili
ed
arcivescovili
dipendenti
dal
Patriarcato
di
Costantinopoli,
la
chiama
Severiana.
Uno
dei
misteri
non
ancora
chiariti,
sul
quale
si
sono
arrovellati
gli
studiosi,
è
il
passaggio
avvenuto
nel X sec. l’attuale toponimo di
lascerà
tracce
significative
con
l'edificazione
del
Battistero
e
della
chiesa di Santa Filomena.
Non
meraviglia
quindi
che
Santa
Severina
per
i
suoi
requisiti
storici,
geografici
ed
etnici
assurgesse
a
centro
ideale
per
la
difesa
degli
interessi
bizantini
in
Calabria.
La
sua
importanza
strategica
e
la
necessità
di
farne
il
caposaldo
contro
i
tentativi
espansionistici
della
Chiesa
di
Roma
furono
i
presupposti
per
la
creazione
della
nuova
metropolia
che
si
aggiunse
alla
sola
esistente
in
Calabria,
quella
di
Reggio.
Mentre
ancora
si
discetta
sulla
data
precisa
della
sua
creazione
si
è
portati,
considerando
fonte
attendibile
e
primaria
la
Diatiposi
di
Leone
VI
(886-911)
a
fissarne
la
nascita
verso
la
fine
del
IX
sec.
Si
apre
allora
il
periodo
più
luminoso
per
lo
sviluppo della cultura bizantina che
Santa
Severina.
Quasi
certamente
il
culto
di
questa
santa,
alla
quale
fu
dedicata
la
prima
nostra
cattedrale,
fu
importato
ed
imposto dai greco-siculi che in quel
periodo
si
spostarono
nelle
nostre
terre.
Occupata
dagli
Arabi
nell'840
fu
da
essi
tenuta,
baluardo
strategico
sulla
valle
del
Neto,
fino
all
'885-
886
quando
Niceforo
Foca
,
valoroso
generale
bizantino
di
Basilio
I
espugna
Santa
Severina
e
riconsegna
all'Impero
di
Bisanzio
la
città
rimasta,
nonostante
l'occupazione
araba
durata
quasi
mezzo
secolo,
grecanica
nei
costumi,
negli
usi,
nell'animo
religioso.
Dopo
quasi
due
secoli
di
dominio
bizantino
i
Normanni
di
Roberto
il
Guiscardo
espugnarono
la
fortezza
nella
quale
si
era
rifugiato
Abelardo
ribellatosi
allo
zio.
Inizia
allora
il
graduale
cambiamento
degli
ordinamenti
civili
e
militari
mentre
quelli
ecclesiastici
conservano
ancora
per
molto
tempo
il
rito
greco.
Estintosi
il
dominio
normanno,
Santa
Severina
vive
un
lungo
periodo
di
privilegi
ed
autonomie
che,
tranne
qualche
breve
pausa,
le
assegnano
il
ruolo
di
città
demaniale
(esempio
emble-
matico
nel
Mezzogiorno
italiano)
fino
all'ultimo
diploma
di
Ferdinando
I
del
26
Febbraio
1466
che,
riconoscendo
tutti
i
privilegi,
concede
alla
nostra
università
un'autonomia
che
era
il
riconoscimento
di
un'organiz-
zazione
sociale
con
un
potere
elettivo
delle
varie
magistrature
(sindaci,
giurati,
etc.)
con
attribu-
zioni
proprie
e
ben
determinate
a
cui
venivano
preposti
cittadini
eletti liberamente dal popolo.